Giuseppe Barilaro Studio House
Località CENTRO
Nel panorama artistico contemporaneo, Giuseppe Barilaro emerge come una figura capace di una pratica pittorica densa, di emozioni e di significato.
Giovane pittore calabrese si distingue per un linguaggio personale visivo che, pur nella sua aggressività espressiva, riesce a evocare una straordinaria armonia.
E a stabilire un contatto con lo spettatore.
I gesti audaci, incisivi e provocatori ci obbligano a interrogarci sulla complessità della condizione umana, dolore e bellezza si abbracciano mostrandosi alla società contemporanea ormai satura di patine, senza filtri.
Racconta una lotta interna, una tensione tra il caos e l’ordine, a cui l’artista si confronta con audacia.
Impossibile non riconoscere l’influenza di Maestri come Francis Bacon, Barilaro gioca con i colori saturi in un modo che sembra rimandare a una sorta di danza interiore, dove ogni macchia di colore diventa un elemento di dialogo tra l’artista e l’osservatore.
Qui l’arte non è un atto estetico, piuttosto un appello a partecipare a un’esperienza condivisa, dove l’osservatore non è più semplice spettatore, ma un attore coinvolto in un processo di esplorazione.
La mostra attualmente in corso “Vertigo”, diventa una ricerca esistenziale, con il suo linguaggio potente e diretto funzionano come specchi in cui riflettersi e interrogarsi sulla propria natura, in ognuno di noi dimora la brutalità così come la più alta intenzione.
L’unica forma di resistenza o resilienza al mutamento dei tempi e alla durezza del mondo è scendere a patti con le proprie paure e con i propri desideri.
Beatrice Bortoluzzi
“Vertigo” è dunque un invito a lasciarsi andare alla vertigine, al caos, senza cercare di restare ancorati a chissà quale maniglia, a chissà quale salvezza.
Ci spinge piuttosto a questa sensazione di disorientamento, tipica di un’epoca in cui le certezze vacillano e le emozioni si manifestano in forma di tempesta.
Da questo apparente oblio, dall’abbandono di ogni tentativo di restare fermi, nasce il coraggio di accettare e infine plasmare il tumulto dell’anima, così come la pennellata governa il colore, alla fine anche l’uomo nella sua ambiguità, incoerenza e bellezza trova il modo di dominare sé stesso.
Le opere di Barilaro non posso lasciare indifferenti anche gli sguardi più distratti, infastidisce a prima vista l’uso della forza sulla tela, e ci denuda in tutta la nostra vulnerabilità.
È il compito dell’arte, infastidire, scuotere, muovere, inorridire, spaventare, incuriosire.
È compito dell’arte tenerci vigili sul tempo che viviamo, la pittura è sempre qualcosa che ci esorta a scrutare oltre le apparenze senza temere l’oscurità, l’angoscia è una risorsa emotiva.
Il buio non è dunque il nemico, è un alleato con cui scoprire l’invisibile agli occhi.
Questo recupero dell’oscurità possiede un potere liberatorio: l’arte diventa quindi uno spazio in cui possiamo esplorare i recessi più reconditi della nostra psiche.
La vulnerabilità che scaturisce dalle sue opere è una sorta di slancio verso una forma di autenticità, un abbraccio alle esperienze che normalmente tendiamo a nascondere.
Qui, l’arte si fa poetica;
qui, la vita diventa materia da scolpire, da modulare sotto il segno di una ricerca incessante di comprensione e di significato.
Questa vertigine se affrontata con coraggio e fiducia ha il potere di trasformarci.
L’arte è il mio strumento, la mia arma e il mio rifugio.
Il fuoco è il suo equivalente primordiale, capace di distruggere e costruire con la stessa intensità.
Ogni opera nasce da un conflitto interiore, da una lotta tra l’istinto e la razionalità, tra il desiderio di creare e la consapevolezza della mia inadeguatezza.
Questa fama insaziabile, quasi bulimica, mi spinge a cercare un significato profondo, a trovare un senso anche se non esiste il senso.
Le mie mani si muovono tra pennelli, colori e superfici, ma è il fuoco che diventa il mio vero alleato, il mio alchimista interiore.
Con esso posso dissolvere la materia, purificarla, e poi ricostruirla in una nuova forma.
Ogni pennellata è un atto di resistenza contro la rassegnazione, una dichiarazione di guerra contro i demoni che abitano il mio cuore.
Non c’è pace nel mio studio, solo una costante battaglia tra ciò che voglio essere e ciò che sono.
La giacca che indosso è il simbolo di una disciplina esteriore, ma all’interno sono un uomo in guerra, un guerriero che lotta per dare ordine alla propria disorganizzazione mentale.
Nasco pittore figurativo, un tradizionalista in un mondo che non ha più bisogno di immagini precise.
Dipingo sulle pale d’altare, ma non per celebrare un divino rassicurante.
Io guardo il mondo con occhi inquieti, inserendolo in una visione distorta e cattiva della vita.
Ogni figura che nasce dalle mie mani è per me una riflessione sul caos che permea l’esistenza.
Nel panorama artistico contemporaneo.
Cresciuto tra le strade della sua città natale e le vibranti atmosfere di Vicenza, Giuseppe ha sempre cercato la sua voce attraverso colori e forme, intraprendendo un percorso che unisce la tradizione all’innovazione.
La sua avventura nel mondo dell’arte inizia formalmente con la scelta di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove nel 2017 completa la sua laurea in Decorazione, specializzandosi anche in Decorazione per arti sacre.
Durante questi anni di formazione, Giuseppe non è solo un assiduo studente;
diventa un vero e proprio esploratore della sua sensibilità artistica, spingendosi oltre le frontiere del conosciuto.
Il suo talento emerge nel 2012, l’anno in cui presenta la sua prima personale, “Confession”, presso il Palazzo Ducale di Cosenza, curata dall’illustre Andrea Romoli Barberini.
Questa prima mostra si rivela una porta d’ingresso nel mondo dell’arte contemporanea, dove il giovane artista riesce a catturare l’attenzione del pubblico e della critica.
Lo stesso anno, è selezionato per partecipare all’esposizione “Forma e Sensi” nella storica città di Xi’An, in Cina, un palcoscenico internazionale che segna un momento cruciale nel suo percorso.
Il 2013 rappresenta un altro importante traguardo: Giuseppe vince il Premio Nazionale delle Arti, un riconoscimento conferito dal MIUR come “miglior allievo in Pittura”.
Questo premio non solo consolida la sua reputazione tra i giovani artisti, ma alimenta anche la sua passione e il suo desiderio di osare sempre di più.
Tre anni dopo, nel 2015, Giuseppe continua il suo percorso di crescita partecipando al premio internazionale “Limen Arte” e prendendo parte al workshop di pittura “Il solco dipinto” a Venezia.
Qui, la sua arte viene valutata da una commissione di esperti, tra cui il noto critico Vincenzo Trione.
È un momento di grande fermento creativo, in cui Barilaro inizia a definire il suo linguaggio visivo, caratterizzato da una esplosione di colori e dalla sperimentazione di materiali come resine e colle che daranno vita al suo distintivo “rosso”.
Dopo aver conseguito la laurea, Giuseppe intraprende un percorso espositivo che lo porterà a contemporanee e rinomate gallerie tra Milano e Roma.
Nel 2017, inizia a esplorare temi di metamorfosi e sembra riflettere una ricerca sull’essenza della materia, raccontando una storia di trasformazione che coinvolge lo spettatore in un’esperienza contemplativa e introspettiva.
Le sue opere, cariche di tensione emotiva, invitano il pubblico a confrontarsi con la fragilità dell’esistenza.
Oggi, Barilaro è un libero professionista e insegna in vari plessi nella provincia di Vicenza, dove condivide la sua passione e il suo sapere con le nuove generazioni di artisti.
Ma non si ferma qui: è costantemente alla ricerca di nuove forme e dinamiche artistiche, esplorando anche il mondo degli NFT, sia per la vendita che come strumento di tutela dei diritti d’autore.
Il suo percorso è costellato di mostre significative, come “La Memoria Del Rosso” del 2017 a Roma, fino a raggiungere il 2022 con opere esposte in contesti di grande prestigio.
Recentemente, nel 2023, presenta lavori in esposizioni come “Tra l’aratro e la terra incolta” a Roma, e “Blu Rinascimento - L’Estasi del vuoto” a Milano, consolidando la sua presenza nel panorama artistico contemporaneo.
Giuseppe Barilaro è, in definitiva, un artista in continua evoluzione.
La sua capacità di coniugare l’aggressività dei gesti pittorici con una profonda ricerca interiore rende la sua opera un potente mezzo di comunicazione.
Le sue tele non sono semplici rappresentazioni estetiche; sono inviti a esaminare la complessità della condizione umana, la lotta tra il caos e l’ordine, il dolore e la bellezza.
Con un occhio sempre rivolto verso il futuro, Barilaro continua a ‘dipingere’ non solo su tela, ma anche nella vita stessa, tracciando un percorso che è una continua affermazione della sua autentica essenza artistica.
2025
Vertigo, a cura di Beatrice Bortoluzzi, Sala delle Grasce, Pietrasanta
Tra l’aratro e la terra incolta, a cura di Francesco Ciaffi e Andrea Romoli Barberini, galleria Edarcom Europa, Roma
2023
Atelier – l’allegoria della pittura, a cura di Ottavio Porto e Emanuele Bertucci, Palazzo Santa Chiara, Tropea
Blu Rinascimento - L’Estasi del vuoto, a cura di Ottavio Porto, Spazio SAC, Milano
2022
L’oblio dei corpi, a cura di Lorenzo Canova e Ottavio Porto, Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro
2019
Identità delle forme, a cura di Ivan Bissoli e contributo critico di Ugo Nespolo, Sareban Art Gallery, Teheran
2017
La Memoria Del Rosso, a cura di Lorenzo Canova, Galleria Lombardi, Roma
2015
Confession, a cura di Andrea Romoli Barberini, Palazzo Ducale Arte Contemporanea, Maiera
Visitazioni e rivisitazioni, a cura di Ghislain Myaud, Galleria Arte Spazio, Catanzaro
2025
Fogli Sospesi, Galleria Edarcom Europa, Roma
2023
Decennale, Galleria Casa Turese, Vitulano BN
2021
Il Cielo su Roma, Galleria Tiber, Roma
2020
Art monsters 2020, a cura di Matteo Pacini, Museo Civico Palazzo della Penna, Perugia
2019
Wing of desire, Art In Gallery, Milano
Caleidoscope, Agresti Studio, Matera
2018
Il mondo è roba dell’altro mondo, Galleria HQ di Mario Giusti, Milano
Ghost Space, a cura di Marilena Morabito, Palazzo Oneto di Sperlinga, Palermo
Empatia, a cura di MariaLaura Perilli, Galleria Triphe, Roma
Le Stanze dell’Arte, Galleria Lombardi, Palermo
Materia, arte, design, a cura di Fabio Rotella, Museo MARCA, Catanzaro
2017
Extemporanea H24, Galleria Lombardi, Palermo
Corpi, a cura di Maria Chiara Wang, Art In Gallery, Milano
Randez – Vous Pour Raw, Galleria Lombardi, Roma
40 anni e …, Galleria Lombardi, Roma
accanto al meno, Complesso Monumentale del San Giovanni, Catanzaro
2016
Forma e sensi, a cura di Andrea Romoli Barberini e Wang Lin, Museo Contemporaneo, Xi’An
Grammelot, MACRO Spazio Factory, Roma
Codice Italia, a cura di Vincenzo Trione, Palazzo Grimani, Venezia (IT)
Staff:
Giuseppe Barilaro
Sofia Tumbiolo