Studi e Atelier

Arte e Natura

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Arte e Natura

Località GILDONA (Avenza)

Pittura, Scultura


Patrizia Pianini è un’artista poliedrica e sperimentatrice instancabile, la cui opera si configura come un diario esistenziale visivo e narrativo. Il suo lavoro non nasce da un’adesione a stili o correnti, ma da un impulso profondo: comprendere sé stessa attraverso il gesto creativo, rendere visibile ciò che si muove dentro, dare forma ai passaggi interiori, anche i più silenziosi. La sua produzione si sviluppa nel tempo come un percorso di metamorfosi, in cui la materia (carta, stoffa, colore vegetale, marmo, parola) viene scelta non per imitare il reale, ma per svelare ciò che pulsa sotto la superficie.

Dal figurativo degli esordi — paesaggi e ritratti realizzati con cura artigianale — Patrizia si sposta progressivamente verso una pittura emozionale, astratta, sempre più interiore. Con i Frammenti, la sua pittura diventa linguaggio emotivo e interrogazione esistenziale. L’opera non descrive più, ma domanda, evoca, cerca. I volti, i corpi, gli spazi si dissolvono in tracce e frammenti, riflettendo una visione del sé in trasformazione.

Ogni fase della sua produzione corrisponde a un’esigenza viva e precisa: la fase delle ninfee, ad esempio, nasce come risposta al confinamento del Covid, una sfida intima con Monet, ma anche una pausa contemplativa nel dolore. Le opere realizzate con colori vegetali segnano una nuova svolta: il bisogno di contatto con la natura diventa esigenza formale. I materiali non sono più solo strumenti, ma interlocutori: foglie, ferro, tannino, stoffa — tutto partecipa al racconto.

Con l’ecoprinting Patrizia torna alla materia come complice e come voce. Non controlla: osserva, accoglie, reagisce. Il gesto diventa dialogo con ciò che la natura offre. Le stampe botaniche non sono decorative: sono impronte di tempo, clima, umore, attenzione. Ogni foglia imprime la sua storia e l’artista diventa testimone e interprete, mai padrona. In questo orizzonte si inserisce anche la scelta di non mordenzare sempre, o di modificare con il pennello, sperimentando processi non standardizzati, unici come le stagioni.

La parola non è mai accessoria. Patrizia scrive per completare, accompagnare, spiegare a sé stessa. Che si tratti di recensioni alle sue opere, poesie in versi liberi o storie illustrate per bambini, il linguaggio verbale segue la stessa tensione della sua arte visiva: scavare, rendere chiaro il sentire, ma senza mai semplificare. I racconti sono spesso strumenti per parlare a sé e agli altri con dolcezza e profondità: bambine curiose, robot empatici, animali invisibili, alberi parlanti sono specchi e soglie.

Patrizia rifiuta l’idea di un’identità fissa, anche nel modo di definirsi artista. Paragona sé stessa a una rosa che cambia continuamente forma e colore, e questa metafora risuona in tutta la sua opera. La trasformazione non è perdita, ma verità. Ogni scelta è coerente con l’idea che la creatività sia una forma di conoscenza di sé e del mondo, e che solo chi cambia continuamente può rimanere fedele alla propria autenticità.

In ogni progetto — dai libri da colorare alla scultura pubblica in marmo, dal manuale di bonsai ai libretti poetici sulle piante — emerge un desiderio chiaro: offrire qualcosa che possa essere utile, nutriente, stimolante per gli altri. I suoi libri parlano di sogni, empatia, gentilezza, trasformazione. L’arte non è mai autoreferenziale, ma sempre un invito: a riflettere, a immaginare, a cambiare.


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